Spesso ci si imbatte in
questa dicitura, leggendo le etichette alimentari, oppure viene celato dietro
il nome “olio vegetale", che senza specifiche, potrebbe nascondere proprio
quest'olio.
Nel 2007, con 28 milioni di
tonnellate di produzione globale, era il secondo olio commestibile più
prodotto, dopo l’olio di soia.
Il Consiglio Superiore della Sanità Belga si è pronunciato a suo sfavore, raccomandando di limitarne l'impiego e l'assunzione. Non si tratta di un obiettivo semplice, poichè l'olio di palma è il grasso vegetale più utilizzato dall'industria alimentare. Sotto accusa è il suo elevato contenuto di specifici acidi grassi saturi in grado di provocare la formazione di pericolose placche sulle pareti delle arterie (colesterolemizzante).
L'industria alimentare lo utilizza per la produzione di margarine, creme
spalmabili, merendine, crackers, biscotti, grissini e prodotti da forno dolci e
salati in generale.
Lo preferisce ad altri
oli poiché si tratta di un prodotto
versatile e a basso costo.
Purtroppo, la presenza di olio di palma
negli alimenti confezionati non sempre è verificabile. L'ingrediente si
nasconde di solito dietro le diciture "oli vegetali" e "grassi vegetali".
Per etichette alimentari più trasparenti, dovremo
pazientare fino all'anno prossimo.
Da dicembre 2014,
l'industria alimentare sarà obbligata ad
indicare in etichetta l’origine e la tipologia degli oli
utilizzati, secondo le nuove normative europee.
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